Al mio fianco ho la guida di lonely planet del Pacifico Sud. Il mio oggetto futuro. 

 

L’amore che provo per il viaggio ma non solo físico, anche quello mentale, quello del contatto veritiero con l’altro, quello dello scambio. Quello che non si fa solo facendo foto degli altri, ma che va a toccare con cuore chi ti sta davanti. Le parole sconosciute, nuove, il tatto del sentimento. 

 

Da qui mi vengono i suoni e le immagini dell’essere. La mia parola preferita è la trasformazione, quella che è arrivata a sanarmi della oscurità più profonda.

 

Da li come un quetzal, ho deciso di intraprendere il volo, con quel colore smeraldo sulla schiena. Dalle foreste giunge un giaguaro, che è una donna che cammina nella foresta a caccia, alla sopravvivenza di se stessa. Questo giaguaro donna, che ha anche una foresta interiore che continua a crescere e ad espandersi. 

 

Che non si limita più alle paure proprie, anche se ha volte vorrebbero limitarla come degli entità estranee a questa foresta. Ma che va avanti a leggere, a curiosare, a dipingere, a catturare prede. 

 

Così si sente libera di liberare questa trasformazione, e guidare se stessa per strade innominabili. 

 

Così può scegliere di vivire dovè, cambiando o no di città, ma vivendo ogni giorno come si crease un UNIVERSO A SE. Per quello si chiama come le galassie.

 

Per quello porta con se i sogni di ogni essere che ho incontrato in una piccola boccettina, gli ho racocolto da per tutto anche nei libri di casa, me li metto nelle tasche. E ogni volta che li tocco sento anche mani, si, le mani di tante donne che mi stanno vicino.

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